La razza questa parola mal interpretata nel mondo canino. Conosciamola meglio!
Oggi, soltanto la parola tende a riportare la maggior parte delle persone ad un periodo di scombussolamento sociale ed umano. Parlando di animali, gli aspetti da valutare sono sicuramente posti su basi nettamente diverse; per i cani, ad esempio, l’equazione è stata completamente antropomorfizzata!
Il cane è stato “umanizzato” a tal punto che i cinofili si sono scissi in due principali fazioni. Una che non tollera più l'utilizzo della parola “razza” parlando di esseri viventi. Battendosi quindi cone estrema intolleranza verso l'altra fazione che invece la utilizza. Assurdo, vero?!
Eppure, se abbiamo la volontà di leggerla, la storia ci insegna che per avere una visione oggettiva della realtà e non magari solo dettata dalla spinta emozionale, è necessario documentarsi e staccarsi un attimo dall’inerzia imposta dai “mass-media. La parola "razza" ci permette di esprimere un concetto complesso e più ampio che non deve essere strumentalizzato per altri scopi, ben lontani dai principi e dai valori di rispetto per la vita.
Vero è, che senza l’azione dell’uomo, molte razze canine non avrebbero potuto sopravvivere fino ai giorni nostri… La modernità ci ha permesso di fare passi avanti impressionanti, eppure lo scotto che abbiamo dovuto pagare è profondo: abbiamo dimenticato il contatto con la Natura. Oggi, la vita metropolitana ha reso più difficile apprezzare la semplicità delle cose!
Una popolazione di animali, appartenenti alla stessa specie, con delle caratteristiche fisiche, psichiche, comportamentali e attitudinali simili, se non identiche, forti di un patrimonio genetico stabile e capace di trasmettere quei caratteri distintivi e peculiari, attraverso le generazioni, il tutto legato ad un luogo geografico, un momento storico-sociale-evolutivo e quindi, ad una funzione/scopo che ne ha determinato la nascita, se non con il termine razza?
Considerate che fino al 1700, l’interesse per la sistemica degli esseri viventi non era stato ancora affrontato in maniera approfondita, benché già nel 350 a.C., Aristotele introdusse il più antico sistema di classificazione delle forme di vita. Fu Carl Nilsson Linnaeus, medico, botanico ed accademico svedese, a gettare i fondamenti per la classificazione degli organismi vegetali e animali. Da lì in poi, ci fu un grande fermento in questa direzione. Naturalmente, il concetto di razza viene amplificato con l’intervento dell’uomo, in agricoltura e zootecnia, per scopi prevalentemente alimentari e di inclusione delle tecniche della produttività.
Tutto questo bagaglio nozionistico verrà poi trasferito ai cani, entrando prepotentemente nell’immaginario collettivo. Pensiamo solo ai termini segugio, bracco, dobermann, mastino o levriero, e a quanto siano entrati nell’intercalare comune. Essi sono capaci di esprimere un concetto, un’idea, un’azione o un “modus operandi” della personalità.
Il percorso che la parola “razza”, nella sua radice più nobile, ha sviluppato nel corso dei secoli può essere disegnato come risorsa, valore aggiunto, inconfondibile diversità che arricchisce il confronto; l’inclusione e la bellezza della vita. Essa nasce per arricchire, non per impoverire. Per unire non dividere. Ha uno scopo di supporto, non di competizione.
Le sue radici sono intrecciate alla storia e non ad un mero vezzo umano e senza funzione alcuna, se non l’appagamento dell’occhio o l’esaltazione del piacere umano.
Attraverso la cinognostica (cino = cane e gnostica = conoscenza), che l’uomo è giunto a correlare la morfologia dei cani, ovvero il loro aspetto, con la conseguente funzione/azione. Ecco che si parla allora di “bellezza funzionale”; potendo quindi identificare le popolazioni di razze canine, correlandole con una specifica funzione: la guardia, la difesa, la compagnia, lo sport, …
Per maggiori informazioni, ecco il link della Federazione Cinologica Internazionale: www.fci.be; digitate il nome della razza che state cercando o della quale vi hanno proposto l’acquisto di un cucciolo; se questa appare nel sito, allora la razza esiste ed è riconosciuta. Diversamente vi stanno proponendo l’acquisto di un “meticcio”, allora recatevi in un canile, dove troverete sicuramente tanti cani bisognosi e senza pagare gente senza scrupoli!
Personalmente, ritengo poco trasparente e coerente con la Scienza applicata usare la parola “razza”, quando si parla di incroci, come ad esempio maltipoo, cockerpei, labradoodle, ecc… Solo per citare alcuni nomi propagandati come nuove razze, ma che in realtà sono semplicemente meticci! Spesso lanciate da mode statunitensi discutibili e da obiettivi di mercato che gettano ancora più ignoranza sullo sprovveduto acquirente, pronto a sborsare 1500 euro per un meticcio! (Se ne avete da spendere, dateli in beneficenza ai canili rifugio...)
Bontà loro, tutti i cani sono meravigliosi, indipendentemente dalla loro origine, ovunque siano nati!